Malformazioni linfatiche (linfangiomi)
Le malformazioni linfatiche da sempre sono state chiamate linfangiomi.
Che cosa sono le malformazioni linfatiche?
Si tratta di malformazioni vascolari congenite (cioè presenti dalla nascita, come le altre malformazioni vascolari) che coinvolgono quelle strutture del sistema vascolare che trasportano la linfa: i vasi linfatici.
Anche se si tratta di patologie congenite, non è detto che esse siano evidenti alla nascita… Le loro piccole dimensioni iniziali possono infatti mascherarle all’interno dei normali tessuti dell’organismo.
È chiaro che per le malformazioni linfatiche più grosse e superficiali la loro presenza possa già essere evidente dalla nascita, ma nella maggior parte dei casi esse si manifestano nell’infanzia, nella pubertà, nell’adolescenza o raramente nell’età adulta, in seguito a episodi traumatici o eventi flogistici (tonsilliti, infezioni del cavo orale o carie dentali, ferite cutanee o infezioni a livello di qualsiasi distretto corporeo ecc…).
Ogni parte del corpo può essere colpita ma le aree predilette sono quelle in cui il sistema linfatico è maggiormente rappresentato: il collo, la regione ascellare, quella toracica, quella inguinale e gli arti inferiori.
I sintomi sono gonfiore ed eventuale dolore in un determinato punto del corpo.
La diagnosi avviene tramite una visita specialistica facilitata da un esame ecografico. La risonanza magnetica nucleare conferma la diagnosi e ci fornisce notizie dettagliate sulla posizione, estensione e caratteristiche della lesione.
Le malformazioni linfatiche si distinguono in due grossi gruppi: quelle macrocistiche e quelle microcistiche.
Le malformazioni linfatiche macrocistiche sono caratterizzate al loro interno dalla presenza di cavità cistiche di grosse dimensioni.
Le malformazioni linfatiche microcistiche sono invece composte da cisti di piccole dimensioni, ammassate le une alle altre.
Il trattamento delle malformazioni linfatiche dipende proprio dal fatto che siano macro o microcistiche.
La chirurgia oggi è ormai riservata ai casi più rari e complessi. Da alcuni anni è stata sostituita, almeno in prima battuta, dai trattamenti sclerotizzanti con etanolo e Picibanil (OK432).
I risultati che derivano dai trattamenti di sclerotizzazione sono molto soddisfacenti e tali sostanze sono ormai utilizzate nei più importanti centri internazionali.
In particolar modo, il trattamento con Picibanil (OK432) dimostra una bassissima invasività, permette di evitare l’anestesia generale (ad esclusione dei pazienti più piccoli e di quelli più apprensivi), presenta un bassissimo rischio di complicanze portando comunque ad ottimi risultati.
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